BIG ALCOHOL: L’INFORMAZIONE SCORRETTA SULLE CONSEGUENZE CANCEROGENE

7 settembre 2017 – I risultati di una ricerca congiunta della London School of Hygiene and Tropical Medicine e dello svedese Karolinska Institutet, pubblicati anticipatamente online sulla rivista Drug and Alcohol  dimostrano come le multinazionali dell’alcol disinformano il pubblico circa l’associazione tra il consumo alcolico e il cancro.

L’esistenza della correlazione tra alcol e sviluppo di cancro è nota fin dal 1988 quando l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) la rese nota segnalando un aumento del rischio di tumori della cavità orale, della faringe, della laringe, dell’esofago e del fegato. Dal 2007 anche il cancro al seno e al colon-retto sono stati inseriti nell’ elenco. L’esistenza della correlazione è stata però contestata dall’industria dell’alcol (IA) e dalle organizzazioni affiliate.

I ricercatori britannici e svedesi hanno esaminato le informazioni che l’IA diffonde – prevalentemente finanziando le cosiddette “Organizzazione di Pubbliche Relazioni sugli Aspetti Sociali” (SAPROs) – al fine determinarne la completezza e l’accuratezza.

Le campagne d’informazioni sulla salute realizzate dalle SAPROs con l’intenzione dichiarata di informare i consumatori e incoraggiarne il “bere responsabile”, permettono  alle aziende di rispettare le regole prescritte  dagli obiettivi di responsabilità sociale d’impresa (RSI), anche omettendo importanti aspetti dell’impatto sulla salute, come l’aumentato rischio di cancro.

Il metodo utilizzato per la ricerca si è basato sull’analisi qualitativa di siti web e documenti provenienti da 27 organizzazioni dell’IA, durante il periodo settembre-dicembre 2016. Sono stati inoltre consultati i siti web dei produttori globali di alcol, i loro rapporti annuali e le sezioni dedicate alla RSI.

Dalla ricerca è emerso che la maggior parte delle organizzazioni diffonde false dichiarazioni relative alle prove dell’associazione tra alcool e cancro.

La ricerca ha inoltre riscontrato diverse analogie  con le campagne dell’industria del tabacco, evidenziando il tentativo dell’IA di proteggere i propri profitti, a discapito della sanità pubblica. Ciò desta preoccupazione dato che l’IA, a differenza dell’industria del tabacco, è presente in modo significativo all’interno dei servizi sanitari pubblici di molti paesi ed è attiva, nell’arena politica internazionale, come partner o parte interessata presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità e in numerose riunioni delle Nazioni Unite concernenti la produzione e il consumo di alcol.

di D.Z

 

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