COVID19 E MARGINALITA’: LOCKDOWN NOTTURNO E SENZA FISSA DIMORA

A fronte dell’incremento della trasmissione da SARS-CoV-2, il governo italiano ha varato nuove misure di pubblica sicurezza per rallentare il contagio.

Tuttavia, l’assenza di provvedimenti per la tutela di chi vive in strada, nei siti informali o in coabitazione forzata, preoccupa Medici Senza Frontiere (MSF), Medici per i Diritti Umani (MEDU) e INTERSOS.

Queste organizzazioni che si occupano dei più vulnerabili descrivono la difficile situazione della capitale dove è necessario un intervento tempestivo per ampliare la disponibilità di strutture che consentano il distanziamento, l’igiene e l’isolamento quando necessario.
A giugno, tutte le risposte attivate per rispondere all’emergenza COVID-19 dei mesi di marzo ed aprile sono state demolite e la situazione attuale risulta problematica: il circuito istituzionale di accoglienza è stato paralizzato per mesi per la mancanza di protocolli anticovid, mentre ora, una volta varati i protocolli adeguati, gli ostacoli maggiori sono l’inefficacia delle procedure e l’assenza di posti in accoglienza e per l’isolamento fiduciario.

A fronte di oltre 8000 bisognosi, i posti disponibili per i senza fissa dimora nella capitale sono circa 800 ma sono stati ulteriormente ridotti a causa dei recenti piani emergenziali attuati per fronteggiare la diffusione del COVID-19. Delle centinaia di domande di accoglienza presentate formalmente da Baobab Experience, un’associazione per la tutela dei migranti e dei senza fissa dimora, solo un terzo sono state accolte, le restanti rimangono pendenti.

Inoltre, con l’imposizione del coprifuoco, l’obbligo di attestare con un’autocertificazione le ragioni della presenza in strada stride con l’incapacità di offrire accoglienza a chi ne ha diritto.

A questa carenza cronica di posti in accoglienza si affianca l’assenza di una struttura specifica per le persone risultate positive al SARS-CoV-2 senza dimora.

Associazioni come MSF, MEDU, INTERSOS, Baobab Experience si trovano a sopperire ai ritardi dell’amministrazione lavorando per restituire dignità ai senza dimora, offrire loro una valutazione medica ed il tampone quando necessario, agevolare l’accesso ai servizi offerti dalle Asl.
Grazie all’intervento concreto sul territorio, viene loro richiesta la partecipazione alla formazione dello staff che deve gestire gli ingressi nel circuito cittadino di emergenza.

Tuttavia, la sola attività di associazioni per la tutela dei diritti dei più vulnerabili non è sufficiente e l’andamento delle curve dei contagi dimostra quanto sia urgente un programma strutturato e coordinato di sorveglianza attiva sul territorio da parte dell’amministrazione comunale che dovrebbe godere di personale e risorse economiche appositamente dedicati all’accoglienza e all’inclusione sociale ma che non sempre sembra capace di sfruttare tali risorse efficacemente né di sfruttarle per un’adeguata e tempestiva presa in carico del problema.

One Reply to “COVID19 E MARGINALITA’: LOCKDOWN NOTTURNO E SENZA FISSA DIMORA”

  1. Grazie Salute Globale per aver sollevato questa annosa questione. In situazioni come questa i vulnerabili sono ancora più vulnerabili

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