LA BEFFA DEL REDDITO PERUVIANO: NON ABBASTANZA RICCO, NON SUFFICIENTEMENTE POVERO

Il Perù sta cercando di partecipare alla corsa al vaccino mentre i casi nazionali aumentano, e la nazione latinoamericana si trova in una posizione particolarmente difficile.
Il primo problema è la sua relativa ricchezza. Il Perù è classificato dalla Banca Mondiale come “paese a medio-alto reddito”. Non è però abbastanza “ad alto reddito” per avere le risorse finanziare sufficienti ad acquistare le dosi di vaccino necessarie per una campagna nazionale, soprattutto con competitori di mercato come Stati Uniti, Unione Europea o anche dei vicini Brasile e Cile. Ma non è nemmeno abbastanza  “a basso reddito” da qualificarsi per le dosi gratuite da COVAX, il programma globale volto a garantire un accesso equo ai vaccini.

Anche l’instabilità politica ha complicato le cose. A novembre, quando altri paesi stavano firmando accordi preliminari per i futuri vaccini, il Perù ha avuto tre diversi presidenti nel corso di una settimana.

La posta in gioco è alta a causa delle attuali prospettive COVID del Perù. “In questo momento, la trasmissione nella comunità è molto, molto, molto alta”, dice Cesar Ugarte, dell’Universidad Peruana Cayetano di Lima. “I letti in terapia intensiva ora sono completamente pieni. L’ossigeno in alcune strutture è esaurito”.

Dall’inizio di gennaio, il conteggio giornaliero dei casi di coronavirus è quadruplicato in Perù, maa finora gli unici vaccini COVID arrivati ​​nel paese sono stati per le sperimentazioni cliniche. La prima spedizione di 1 milione di dosi acquistate per la distribuzione generale dovrebbe arrivare la prossima settimana dalla società farmaceutica Sinopharm sostenuta dal governo cinese e sarà utilizzata per il personale sanitario, ma è una piccola porzione di ciò che il paese di 33 milioni di persone avrà bisogno per contenere il virus.

Il Perù ha anche firmato un contratto con AstraZeneca per l’acquisto di 14 milioni di dosi del suo vaccino, ma tali consegne non arriveranno prima di settembre.

Funzionari del ministero degli affari esteri del Perù sono anche in trattative con Moderna, Johnson e Johnson, CureVac dalla Germania e Gamaleya (i produttori russi di Sputnik V) per cercare di assicurarsi abbastanza vaccino da proteggere l’intera popolazione nel prossimo anno. Il governo ha inoltre stanziato 135 milioni di dollari in ottobre, circa il 3% del budget annuale della nazione, per acquistare vaccini tramite COVAX. Ma nella migliore delle ipotesi, COVAX promette di fornire solo il 20% delle dosi richieste da un paese, e comunque non le fornirebbe fino alla fine del 2021.

Per cercare di migliorare il loro potere contrattuale, i funzionari peruviani hanno ospitato sperimentazioni sui vaccini COVID per più aziende farmaceutiche tra cui CureVac, Sinopharm, AstraZeneca e Johnson e Johnson.

Il Presidente del Perù ha promesso che il paese otterrà i vaccini di cui ha bisogno per immunizzare l’intera popolazione entro la fine del 2021. La sua capacità di mantenere quella promessa però dipende da società da forze al di fuori del controllo del Perù.

FONTE: GOATS AND SODA

Photo: Raul Sifuentes/Getty Images

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *