MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI: ANCORA SUL VOLTO DI 200 MILIONI DI DONNE

Secondo un recente studio pubblicato dal British Medical Journal, in Africa Orientale il numero di ragazze sottoposte alla mutilazione genitale femminile (MGF) è diminuito dal 71,4% all’8% in 20 anni.

La mutilazione genitale femminile è una pratica tradizionale diffusa e complessa, che può variare dall’incisione all’asportazione parziale o totale dei genitali femminili esterni.
Bambine, ragazze e donne che le subiscono sono sottoposte a gravi rischi per la loro salute e a pesanti conseguenze psicologiche.
Ad oggi, sono oltre 200 milioni le donne che vivono con una mutilazione genitale femminile.

Sebbene i tassi globali di MGF stiano diminuendo, lo studio condotto dal Fondo per la Popolazione delle Nazioni Unite (UNFPA) avverte che dal 2015 al 2030, saranno circa 68 milioni le donne che subiranno tale pratica. A causa delle crescita demografica tendenziale nelle comunità in cui è praticata la mutilazione, lo studio prevede che il numero di donne annualmente sottoposte a MGF aumenterà da 3,9 a 4,6 milioni.

Nonostante i risultati ottenuti rivelino che globalmente il tasso di mutilazione genitale femminile sia diminuito, gli autori ed altri esperti consigliano cautela rispetto alle cifre.

La Dr Nafissatou Diop, coordinatore del programma congiunto UNFPA-Unicef, ha affermato che è possibile che le ragazze incluse nello studio si sottoporranno a MGF in un momento successivo della loro adolescenza.
“L’età in cui le ragazze sono abitualmente sottoposte a MGF è mutevole rispetto alla comunità di appartenenza. In Kenya, ad esempio, la comunità somala pratica le mutilazioni su ragazze di età compresa tra 3 e i 7 anni; mentre nella comunità Maasai è abitualmente eseguita tra i 12 e i 14 anni. ”

Inoltre, considerando altre realtà, ci sono nazioni come lo Yemen e l’Iraq in cui la prevalenza di MGF è aumentata del 19,2% tra il 1997 e il 2015.

Questi numeri sono segnali che i governi e la comunità internazionale non possono soffermarsi sui risultati raggiunti fino ad oggi, ma ulteriori sforzi saranno necessari per raggiungere nuovi traguardi, facendo pregio dell’esperienza.

E’ urgente focalizzare l’attenzione sulle comunità ritenute più critiche, dove i fattori di rischio – povertà, scarsa istruzione, assenza di legislatura, e sostegno alle MGF da parte dei capi religiosi – continuano a persistere.

“Le nuove statistiche mostrano quanto sia lunga la strada che porta all’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili”, ha affermato la Dr Natalia Kanem, Executive Director UNFPA.
“La buona notizia è che sappiamo che cosa funziona. Una maggiore volontà politica, l’impegno della comunità e investimenti mirati stanno cambiando le norme, le pratiche sociali, e le vite delle persone. Dobbiamo incrementare rapidamente questi sforzi per rimediare al nostro impegno collettivo di porre fine alla mutilazione genitale femminile entro il 2030. ”

 

B.F.

 

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