PILLOLA ANTICONCEZIONALE: NON SOLO “COSA DA DONNE”

04 Aprile – Uno studio dell’Università di Washington, che ha coinvolto 40 uomini, ha dimostrato che la produzione di spermatozoi può essere interrotta con effetti collaterali minimi, tutto poi torna alla normalità una volta interrotta la pillola.

Per 28 giorni, 30 partecipanti allo studio hanno assunto una dose giornaliera di 11-beta-MNTDC (nome completo: 11-beta-metil-19-nortestosterone-17-beta-dodecilcarbonato), mentre 10 uomini solo placebo. L’11-beta-MNTDC è una forma modificata di testosterone con caratteristiche sia progestiniche (blocco degli spermatozoi) che androgeniche (equilibrio ormonale). Da questi studi si stima che la pillola ormonale maschile dovrebbe essere disponibile sul mercato in circa 10 anni; non molto, considerando che il processo di ricerca e approvazione della pillola anticoncezionale femminile é avvenuto dal 1950 al 1960.

Il Dr. John Amory, professore dell’Università di Washington e parte dell’equipe dello studio, pensa che la pillola anticoncezionale maschile possa creare un futuro migliore per le coppie, sdoganare il pensiero comune che la contraccezione è “una questione da donna” e dare l’opportunità di compiere scelte di coppia eque.

“Perché il mondo ha bisogno di una pillola maschile?”, spiega il Dr. Amory durante una TED talk, “Credo che una pillola maschile aiuterà a ridurre gli alti tassi di gravidanze non desiderate e aborti e consentirà agli uomini di partecipare alla contraccezione e pianificazione familiare in ugual misura”.

Globalmente, si stima che per 225 milioni di donne la pianificazione familiare sia un bisogno insoddifatto[1] – la maggior parte di queste proviene da paesi in via di sviluppo[2].

La pianificazione familiare ridurrebbe di 52 milioni l’anno le gravidanze indesiderate. L’impatto è notevole, considerando che ad oggi la popolazione mondiale supera i sette miliardi, è in aumento di 80 milioni all’anno e probabilmente raggiungerà 9-10 miliardi entro il 2050[3]

A livello globale non abbiamo alcun dato specifico sulla popolazione maschile riguardo al bisogno insoddisfatto di pianificazione familiare; uno studio del 2016 sulla popolazione maschile Statunitense tra i 15 e i 44 anni ha rivelato che complessivamente il 60% degli uomini aveva bisogno di pianificazione familiare[4].

 Attualmente, i metodi di contraccezione per le donne sono una dozzina, mentre gli uomini hanno avuto le stesse due opzioni – preservativi e vasectomia – per più di cent´anni.

Si stima che il 20% delle coppie usi il preservativo per prevenire gravidanze indesiderate. Perché fare affidamento sui preservativi quando hanno un tasso di insuccesso annuo superiore al 15%[5]? La risposta è che molte donne non possono assumere in modo sicuro i contraccettivi femminili oggi disponibili a causa degli effetti collaterali.

Un contraccettivo maschile sarebbe quindi utile ed esistono due approcci generali. Il primo consiste nel cercare di interferire con il modo in cui lo sperma arriva o si lega all’ovulo. Questo approccio risulta difficile, in primis per la concentrazione farmacologica che dovrebbe essere presente nel piccolo volume dell’eiaculato e poi per il fatto che il farmaco dovrebbe essere attivo ancora all’interno del tratto riproduttivo femminile. Questo è il motivo per cui gli studi si sono soffermati sul secondo approccio, che disattiva completamente la produzione di sperma.

Gli uomini producono mille spermatozoi al secondo e per avere un contraccettivo efficace, è necessario portare il livello di produzione di spermatozoi all’1% del  valore normale. Il testosterone e il progesterone, quando somministrati insieme, sopprimono la produzione endogena di testosterone e spermatogenesi[6].

Negli ultimi anni, il Dr. Amory e colleghi hanno adottato un approccio diverso che non comporta la somministrazione di ormoni. Stanno infatti lavorando sul blocco della funzione della vitamina A nei testicoli. Per oltre 90 anni è stato noto che c’è bisogno di vitamina A per la produzione di sperma. Gli animali che sono privati della vitamina A nella loro dieta smettono di produrre sperma e ricominciano a produrlo quando la vitamina A viene reintrodotta. La vitamina A ingerita attraverso gli alimenti viene convertita da alcuni enzimi in acido retinoico, uno di questi enzimi si trova solo nei testicoli. È questo enzima che il Dr. Amory e colleghi stanno tentando di bloccare. Il blocco di questo enzima infatti dovrebbe privare i testicoli dell’acido retinoico e fermare la produzione di sperma senza alterare le funzioni della vitamina A in altre parti del corpo. Stanno ancora testando questo approccio sugli animali ma sperano di poter passare presto ai test sugli umani.

Ovviamente, l’impatto di un tale contraccettivo maschile andrebbe ben oltre la biologia riproduttiva. È interessante immaginare l’effetto che avrebbe sulle relazioni, dando all’uomo la possibilità di monitorare il suo stato contraccettivo nel tempo. Gli uomini vorranno adottare questo metodo anticoncezionale? In alcuni studi la risposta è positiva[7] in più del 50% degli intervistati. Altro punto di domanda è la fiducia delle partners nella costanza dell’assunzione.

Come affermato dalla Proclamazione di Teheran nel 1968, la pianificazione familiare è un diritto umano fondamentale. La pianificazione familiare è definita come “i genitori possono determinare liberamente e responsabilmente il numero e la distanza di tempo tra un figlio e l’altro”. Ci sono aree del mondo in cui la pianificazione familiare non è ancora vista come un diritto. In questi paesi, la pianificazione familiare stigmatizza le donne di tutte le età, in particolare adolescenti e ragazze giovani. Bisogna cambiare la visione che la pianificazione familiare sia una responsabilità solo femminile e ampliarla a una prospettiva di coppia e quindi estenderla anche all’uomo.

La necessità di coinvolgere uomini nell’educazione alla pianificazione familiare è sostanziale e ancora largamente insoddisfatta. Perché ci possa essere una gestione del proprio corpo più cosciente e responsabile e una riduzione delle gravidanze indesiderate è fondamentale che anche l’uomo sia parte integrante di questo processo.

Francesca Palestra


[1] Le donne con bisogni insoddisfatti sono quelle in etá fertile e sessualmente attive ma che non usano alcun metodo contraccettivo e riferiscono di non volere altri figli o di voler ritardare il prossimo figlio. Il concetto di bisogno insoddisfatto indica il divario tra le intenzioni riproduttive delle donne e il loro comportamento contraccettivo.  WHO definition, Unmet need for family planning.

[2] Singh S, Darroch JE and Ashford LS, Adding It Up:  The Costs and Benefits of Investing in Sexual and Reproductive Health 2014, New York: Guttmacher Institute, 2014.

[3] Population Division of the Department of Economic and Social Affairs of the United Nations Secretariat.  World Population prospects: the 2017 revision.  Available at https://population.un.org/wpp/Publications/ 

[4] Arik V. Marcell, MD, MPH, Susannah E. Gibbs, MSPH, […], and Jacinda K. Dariotis, National Needs of Family Planning Among US Men Aged 15 to 44 Years, American Journal of Public Health, 2016.

[5] Comparato con la pillola anticoncezionale femminile efficace piú del 99% dei casi.

[6] Wang C., Festin M., and Swerdloff R. Male Hormonal Contraception: Where are We Now? Current Obstetrics and Gynecology Reports. 2016; 5: 38–47.

[7] Arik V. Marcell, MD, MPH, Susannah E. Gibbs, MSPH, […], and Jacinda K. Dariotis, National Needs of Family Planning Among US Men Aged 15 to 44 Years, American Journal of Public Health, 2016.

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