STATI UNITI E COVID19: IL REDDITO COME DISCRIMINANTE NELL’ACCESSO AI SERVIZI DI TERAPIA INTENSIVA

Un nuovo studio condotto da Penn Medicine, e recentemente pubblicato su Health Affairs, fa luce sul motivo per cui la pandemia da Covid-19 sta colpendo in modo sproporzionato i più poveri: i residenti nei quartieri a basso reddito non hanno accesso ai letti delle unità di terapia intensiva (ICU).

La ricerca, guidata Genevieve Kanter e Peter Groeneveld, evidenzia come i letti delle unità di terapia intensiva non sono equamente distribuiti negli Stati Uniti, con il reddito come discriminante nel determinarne l’accesso. Le implicazioni per la pandemia da Covid-19 sono preoccupanti. Finora, i tassi di infezione sono stati più significativi nelle comunità a basso reddito, comunità che hanno generalmente peggiori condizioni di salute sottostante che aumentano le probabilità di necessitare cure intensive.

Secondo Genevieve Kanter, prima autrice dello studio, questa fascia di popolazione vulnerabile sarà doppiamente o triplamente colpita dalla pandemia. “Non ci saranno solo tassi di infezione più alti e risultati peggiori a causa delle condizioni sottostanti, ma anche – una volta arrivati in ospedale – una peggiore disponibilità del tipo di assistenza di cui avranno bisogno “.

La ricerca ha esaminato il reddito familiare medio di un’area rispetto al numero di letti in terapia intensiva per 10.000 residenti di età superiore ai 50 anni, dimostrando che quasi la metà delle comunità con un reddito inferiore a 35.000 dollari non ha disponibilità di letti di terapia intensiva nella loro area di residenza (misurata per codice postale), rispetto a solo il 3% delle comunità con un reddito medio superiore a 90.000 dollari. Circa il 60% delle comunità a più alto reddito aveva quattro o più letti per 10.000 residenti, rispetto al 46% per le comunità a più basso reddito.

Kanter e Groeneveld hanno inoltre evidenziato differenze significative tra zone urbane e zone rurali. Oltre la metà delle comunità rurali a basso reddito non ha disponibilità di letti in terapia intensiva, rispetto al 31% delle comunità urbane a basso reddito. Inoltre, l’effetto del reddito sull’accesso ai letti in terapia intensiva è più grave nelle zone rurali. Integrando la ricerca con l’impatto di altri determinanti socio-economici, tra cui l’etnia di appartenenza, gli autori hanno stimato che un aumento di 10.000 dollari del reddito medio corrispondesse a un aumento dell’11,8% della capacità di letto in terapia intensiva adattata all’età nelle aree urbane, rispetto a un aumento del 13,4% nelle aree rurali.

In mancanza di un robusto coordinamento e ridistribuzione delle risorse di terapia intensiva, è probabile che gli effetti negativi della pandemia aumentino, con un divario crescente tra risorse e comunità che ne hanno bisogno.

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