WHA71: SALUTE, AMBIENTE E CAMBIAMENTO CLIMATICO

Ginevra, 21 maggio – Tra i punti all’ordine del giorno dell’Assemblea, si è parlato oggi di “Salute, ambiente e cambiamento climatico”.
Non è certamente un caso che tra i primi temi della WHA71 venga trattato l’impatto del degrado
ambientale e del cambiamento climatico sulla salute.
Gli effetti delle azioni umane sull’ambiente sono un problema etico e connesso ai diritti umani.
Saranno le generazioni future e le popolazioni demograficamente e geograficamente più vulnerabili
a subire l’impatto più grave.
I fattori di rischio ambientale causano almeno 13 milioni di morti ogni anno, 6,5
milioni provocati solo dall’inquinamento atmosferico, e corrispondono a circa un quarto del carico
globale di malattia.
Sebbene la preoccupazione principale sia proteggere vite umane e garantire la salute, il degrado
ambientale porta con sé anche ingenti costi economici. Nel 2013, le perdite nella salute e nel benessere globalmente associate all’inquinamento atmosferico sono state pari a 5110 miliardi di dollari, circa il 7% del prodotto interno lordo mondiale.
Nell’evento di oggi, gli Stati Membri sono intervenuti trattando diversi punti delle tematiche
ambiente e salute.

Il Messico ha sottolineato la necessità del multilateralismo nel trovare soluzioni, la Tailandia e
l’Australia nel rafforzare i sistemi sanitari e puntare sulla sicurezza sanitaria, mentre il delegato della Federazione
Russa ha sottolineato l’importanza del monitoraggio.
Fondamentale risulta la prevenzione primaria e l’inserimento della salute come priorità nell’agenda
del cambiamento climatico, come affermato dal portavoce dell’India, uno dei paesi con il più
elevato tasso di inquinamento atmosferico.
Altre tematiche trattate sono state la connessione tra la salute umana e la biodiversità, con il Brasile che
nell’intervento ha fatto riferimento alla strategia per il controllo della resistenza agli antibiotici.
Il rappresentante della Bulgaria, parlando a nome dei paesi dell’Unione Europea, ha affermato che ciò che è buono per la salute umana è positivo anche per la salute del pianeta, sottolineando la necessità di ampliare la
conoscenza del collegamento tra ambiente e salute, e di un approccio unico e integrato tra le
agenzie ONU, specialmente OMS e UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente).

È stato infine ribadito l’impegno dell’OMS all’iniziativa lanciata durante la COP23, in collaborazione
con UNFCCC (Convenzione delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico), UNEP e WMO (Organizzazione Meteorologica Mondiale), per proteggere la salute delle popolazioni dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS) dall’impatto del cambiamento climatico.
L’obiettivo principale del progetto è quello di garantire nei SIDS dei sistemi sanitari resilienti al
cambiamento climatico, entro il 2030. A tale iniziativa hanno fatto riferimento nei loro interventi
le isole Barbados, le Filippine e le Bahamas, chiedendo all’OMS una rapida risposta alle
conseguenze climatiche sulla salute e affermando che “nessun piccolo Stato insulare dovrebbe
essere lasciato indietro”.

B.A.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *