Salute globale e aiuti allo sviluppo. Diritti, ideologie, inganni
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3° rapporto
Edizioni ETS – Pisa
Se un bambino di una nostra città morisse per una semplice diarrea ne parlerebbero i giornali. Ma degli oltre due milioni di bambini che ogni anno muoiono per questo ordinario problema intestinale non ne parla nessuno. Se poi consideriamo altre malattie facilmente curabili, ad esempio la polmonite, il numero di quei morti sale a circa 9 milioni e mezzo. Oltre a illustrare questo dramma, il libro analizza le politiche di aiuto sanitario rivolte ai paesi in via di sviluppo, cercando di rappresentare le diverse filosofie alle quali sono ispirate e criticandone alcuni aspetti. Non è scontato cosa significhi aiutare qualcuno, lo si può fare in diversi modi. Si può operare “orizzontalmente”, avendo come obiettivo il miglioramento dei sistemi sanitari già presenti nei paesi dove si interviene, oppure “verticalmente” creandone di nuovi e specifici, ma che dipendono direttamente – forse troppo – da chi dall’esterno porta un aiuto. Come valutare l’efficacia di questi interventi? Si tratta di questioni complesse, ma di sicuro uno dei criteri da adottare è confrontare il denaro investito rispetto al numero di vite salvate. Tuttavia, al di là delle scelte che vengono fatte, occorre maturare una consapevolezza generale del problema, perché, come si legge in un editoriale della prestigiosa rivista Lancet, molte persone “stanno morendo perché coloro che hanno il potere di prevenire quelle morti hanno scelto di non agire”.