DIETA PLANETARIA: UNA DIETA PER LA SALUTE DELL’UOMO E DEL PIANETA

EAT, la commissione su Cibo, Pianeta e Salute e The Lancet hanno condotto la prima revisione scientifica, riunendo oltre 30 scienziati da tutto il mondo, per raggiungere un consenso su ciò che costituisce una dieta sana, individuale e globale, derivata da un sistema alimentare sostenibile nel rispetto del nostro pianeta.

La “dieta per la salute planetaria” è stata creata con il fine di elaborare linee guida che forniscano fonti alimentari nutrienti alla popolazione mondiale in rapida crescita. Allo stesso tempo, affronta il ruolo principale dell’agricoltura e dell’allevamento intensivo nel guidare il cambiamento climatico, contribuendo alla distruzione della fauna selvatica e delle foreste, e all’inquinamento dei fiumi e degli oceani.

La ricerca presenta alla comunità una dieta strategica e vincente a 360°, in quanto salverebbe ogni anno almeno 11 milioni di persone da decessi prevenibili correlati a una dieta malsana, mentre contrasterebbe il collasso del nostro pianeta rispettandone le risorse naturali.
Si prevede che entro il 2050 – non poi così lontano – saremo 10 miliardi di persone in più.
Continuando a condurre lo stile di vita odierno, dettato da meccanismi produttivi che deturpano il nostro pianeta, ci saranno irreparabili conseguenze dirette sulla salute di tutti noi.

Le diete non bilanciate sono la principale causa di malattia in tutto il mondo, lasciando 800 milioni di persone in uno stato di fame, 2 miliardi di persone in uno stato di malnutrizione e altrettanti 2 miliardi in uno stato di sovrappeso. Questo sistema alimentare non funziona.
Non è accettabile che coesistano decessi causati dalla denutrizione e decessi correlati al sovrappeso, in un mondo in cui l’agricoltura industriale e l’allevamento intensivo stanno devastando le risorse naturali.
Nello specifico la produzione agroalimentare è responsabile di quasi il 30% delle emissioni mondiali di gas serra, intacca circa il 40% delle terre e rappresenta il 70% del consumo di acqua dolce.

“Le diete del mondo devono cambiare drasticamente”, ha affermato il Dottor Walter Willett dell’Università di Harvard. “L’umanità rappresenta una minaccia per la stabilità del pianeta. Abbiamo bisogno di una nuova rivoluzione agricola globale”, ha affermato il Dottor Johan Rockström presso lo Stockholm Resilience Centre in Svezia.

La dieta per la salute planetaria prevede un apporto calorico di 2.500 calorie al giorno, meno delle 3.700 abituali dei paesi ad alto reddito e più delle 2.200 in media dei paesi a basso-medio reddito.
Protagonisti dovranno essere frutta e verdura, che dovranno costituire la metà di ogni piatto, i cereali integrali che ne costituiranno 1/3, e i legumi. Globalmente, la dieta indica che il consumo di carne rossa e di zucchero siano dimezzati, mentre l’apporto di verdure, frutta fresca e secca, legumi devono raddoppiare. Il rapporto è specifico per esigenze diverse in popolazioni con abitudini alimentari differenti: i nordamericani hanno bisogno di mangiare l’84% in meno di carne rossa, ma 6 volte in più fagioli e lenticchie; gli europei invece dovrebbero mangiare il 77% in meno di carne rossa e 15 volte in più noci e semi.

La dieta, studiata non solo per la nostra salute ma anche per quella del nostro pianeta, sarebbe pertanto compatibile con una produzione alimentare che non sfrutterebbe e danneggerebbe gli ecosistemi.
“Il nostro studio mostra che un’alimentazione migliore per la salute è anche migliore per l’ambiente”, ha affermato Fabrice DeClerck, coautore della pubblicazione.

I governi, le aziende, le industrie e le comunità civili dovrebbero impegnarsi in un patto comune, per una “nuova rivoluzione agricola mondiale”, al fine di raggiungere uno stato di salute globale.

E’ tempo che ci impegniamo a vivere, a produrre e a mangiare nel rispetto del nostro corpo e del nostro pianeta, per ripristinare l’equilibrio naturale.

 

B.F.

 

 

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