GFATM: PREOCCUPAZIONE PER PARTNERSHIP TRA FONDO GLOBALE E HEINEKEN

6 febbraio – La scorsa settimana, in una lettera aperta indirizzata al Fondo Globale per la lotta all’AIDS, la tubercolosi e la malaria, i direttori di tre ONG hanno chiesto all’organizzazione di terminare la collaborazione con Heineken.

I responsabili delle tre ONG (“International Organisation of Good Templars”, “Global Alcohol Policy Alliance” e ”Non Communicable Disease Alliance”) spiegano nella loro lettera di comprendere la necessità di creare nuove collaborazioni per lo sviluppo sostenibile e di voler individuare nuovi meccanismi di finanziamento. Tuttavia trovano che collaborare con una multinazionale leader nel settore degli alcolici sia dannoso.

L’alcol è un importante fattore di rischio per sia la tubercolosi che per l’AIDS. Rappresenta inoltre un serio ostacolo per lo sviluppo sostenibile, colpendo 13 degli 17 obbiettivi di sviluppo sostenibile indicati dall’Organizzazione delle Nazione Unite.

Nella lettera, i direttori chiariscono i motivi del conflitto d’interesse con Heineken. Le multinazionali dell’alcool come Heineken investono ingenti risorse in attività di lobby per ostacolare la diffusione di politiche sul controllo della vendita e del consumo di alcolici; allo stesso tempo, traggono profitti attraverso la distribuzione di alcolici in paesi a basso e medio reddito, dove si concentrano la maggior parte degli interventi del Fondo Globale.
Per Heineken questa collaborazione è di grande valore anche per questioni di immagine, dato che è in grado di spostare l’attenzione dei media e dei consumatori sull’opera benefattrice della compagnia, anzichè sui danni prodotti dall’alcool.

Già in passato il Fondo Globale aveva tentato di collaborare con l’industria dell’alcol, ma era stato aspramente criticato. Le critiche di allora rimangono valide.

I direttori delle ONG, dichiarandosi profondamente preoccupati per la decisione di stabilire questa partnership, hanno sollecitato il Fondo Globale a riconsiderare la collaborazione con Heineken.

N.R.

Immagine: Africa Times

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