INQUINAMENTO ATMOSFERICO: 7 MILIONI DI DECESSI L’ANNO E L’AUMENTO DEL DIVARIO TRA RICCHI E POVERI 

2 maggio – Tra i fattori che causano il divario tra ricchi e poveri del mondo, c’è anche l’inquinamento.  Secondo gli ultimi dati pubblicati in un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si stimano 7 milioni di decessi l’anno correlati all’inquinamento atmosferico. Di questi, più del 90% si verifica nei paesi a basso e medio reddito – principalmente Asia e Africa – seguiti dai paesi a basso e medio reddito della regione del Mediterraneo orientale, Europa e Americhe.

Circa 3 miliardi di persone – oltre il 40% della popolazione mondiale – non hanno ancora accesso a combustibili e tecnologie pulite per la cottura di alimenti nelle abitazioni. Il comune e semplice cucinare nella propria casa senza gli opportuni strumenti rappresenta la principale fonte di inquinamento atmosferico domestico, che ha causato 3,8 milioni di morti nel 2016. Nonostante il tasso di accesso ai combustibili e alle tecnologie pulite sta aumentando globalmente, i miglioramenti non sono al passo con la crescita della popolazione in molte parti del mondo, in particolare nell’Africa sub-sahariana, dove le famiglie dipendono ancora dalla combustione della legna, carbone e kerosene per cucinare e riscaldarsi.

L’OMS include nel rapporto una nuova base di dati, la più completa al mondo sull’inquinamento atmosferico, che monitora la qualità dell’aria e raccoglie concentrazioni medie annuali di particelle fini (PM10 e PM2.5) in oltre 4300 città in 108 paesi.

Si è osservato che molte città del mondo superano di oltre 5 volte i valori limite dell’OMS per la qualità dell’aria – che ricordiamo essere 20 μg/m3 per PM10 e 10 μg/m3 per PM2.5 come valori medi annuali – e ciò rappresenta un grave rischio per la salute delle persone. Il peggioramento più rapido si è verificato nel sud e nel sud-est asiatico, dove oltre il 70% delle città ha subito un decadimento della qualità dell’aria. Delhi e Il Cairo sono di gran lunga le megalopoli più inquinate al mondo con livelli medi di PM10 10 volte al di sopra delle linee guida.

Nonostante i dati mostrino livelli di inquinamento atmosferico pericolosamente elevati in molte parti del mondo, si osservano anche dei progressi positivi. I paesi stanno adottando misure per affrontare e ridurre l’inquinamento atmosferico. Ad esempio, in soli due anni, il programma indiano Pradhan Mantri Ujjwala Yojana ha fornito a circa 37 milioni di donne, che vivono al di sotto della soglia di povertà, connessioni GPL gratuite per sostenerle nel passaggio al consumo di energia domestica pulita. Città del Messico si sta impegnando nel passaggio a mezzi di trasporto ad energia pulita e la Cina ha rafforzato i controlli sull’inquinamento a seguito degli scandali “airpocalypse”.

“Stiamo assistendo ad un’accelerazione dell’interesse politico in questa sfida globale per la salute pubblica. L’aumento del numero delle città che registrano i dati sull’inquinamento atmosferico riflette un impegno per la valutazione e il monitoraggio della qualità dell’aria. La maggior parte di questo aumento si è verificata nei paesi ad alto reddito, ma speriamo di vedere un simile incremento negli sforzi al monitoraggio in tutto il mondo” afferma la dott.ssa Maria Neira, Direttore del Dipartimento di salute pubblica, determinanti sociali e ambientali della salute dell’OMS.

L’inquinamento atmosferico non conosce confini. Migliorare la qualità dell’aria richiede un’azione governativa sostenuta e coordinata a tutti i livelli. I paesi hanno bisogno di lavorare insieme per produrre e utilizzare energia rinnovabile, sviluppare trasporti ad energia pulita e migliorare la gestione dei rifiuti.

Benedetta Armocida

 

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