L’America Latina si interroga sul significato di universalismo in salute

Oltre 2.000 operatori del settore sanitario riuniti in Uruguay, a  Montevideo, per  una settimana di serrati dibattiti, scambi e proposte sulle politiche nazionali in materia di salute grazie a  tre appuntamenti, distinti per tematiche e orizzonti geografici ma interconnessi tra loro.

I lavori si aprono con il XII Congresso latino-americano di medicina sociale e salute collettiva – un tema storicamente forte nell’agenda di salute del continente latinoamericano – seguito dalla XVIII Conferenza internazionale sulle politiche sanitarie, per convergere di nuovo in una prospettiva regionale con il VI Congresso della rete americana degli attori locali di salute (www.congresoalames-iahp-redamericas.org). Il nodo centrale della discussione – declinata in molteplici laboratori, temi, e dibattiti – verte sull’impatto che la concatenazione di crisi globali sta producendo sul diritto alla salute, e sulle strategie necessarie ad articolare e affermare una nuova cultura politica sul ruolo dello stato e la qualità della democrazia, a partire dalla salute stessa.

In questo ragionamento risulta centrale l’agenda sui determinanti sociali della salute, decisivi in questo tempo di generalizzato crollo delle certezze, persino nel mondo ricco. Questo è il continente in cui – forse più dure che altrove – si sono dispiegate le ricette delle organizzazioni finanziarie internazionali, con i loro ben visibili effetti di marginalizzazione. La Banca Mondiale e le sue ricette restano protagoniste indiscusse di ogni dibattito sulla salute in America Latina. (ND)

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