SALUTE: L’EUROPA HA L’IMPERATIVO MORALE DI CONTRASTARE LA COMMERCIALIZZAZIONE DELLA SALUTE

7 aprile – In coincidenza con la Giornata Mondiale della Salute, si celebra oggi la Giornata europea d’azione contro la commercializzazione della salute.

L’organizzazione internazionale People’s Health Movement (PHM) rivendica in questa giornata il diritto ad una sanità non privatizzata ed accessibile a tutti.

Proprio di tale principio ci ha parlato il professor David Sanders, uno dei fondatori del PHM, in un’intervista che pubblicheremo integralmente nei prossimi giorni.

Il PHM è un movimento impegnato a contrastare forze e sistemi di potere che contribuiscono a mantenere e ad incrementare il livello globale di diseguaglianza sociale, ostacolando la diffusione del principio “health for all”, salute per tutti.

“La base del concetto di Salute per tutti”, afferma Sanders, “si ritrova nelle cure primarie per la salute, che devono trovare applicazione nei sistemi sanitari in ogni contesto, attraverso la promozione di cure basate sull’evidenza e agendo sui determinanti sociali per mezzo di iniziative intersettoriali che coinvolgano le comunità”.

Tale principio, “salute per tutti entro l’anno 2000”, è contenuto nella storica dichiarazione di Alma Ata, del 1978, che 134 paesi si impegnarono a realizzare rivendicando l’importanza cruciale delle cure primarie.

Sanders ci spiega che il concetto di salute per tutti di Alma Ata non rispecchia esattamente quello di copertura sanitaria universale (UHC). La UHC, obiettivo da raggiungere attraverso la diffusione dell’assistenza sanitaria primaria, ammette una copertura delle spese sanitarie che possa provenire sia da fonti pubbliche che da fonti private. Il PHM, invece, interpreta l’assistenza sanitaria di base come un meccanismo di solidarietà basato su finanziamenti pubblici, che garantisca accesso alla stessa gamma di interventi ad ogni individuo, indipendentemente dalla sua disponibilità economica.

Quali sono allora i principali ostacoli per implementare questo tipo di cure primarie?

“In primis, il vero problema è finanziario. Molti paesi stanno attuando politiche di austerità soprattutto in quei settori considerati meno produttivi, come la sanità e la scuola; e questo non agevola l’attuazione di un’assistenza primaria e preventiva per tutti.

Bisogna parlare poi dell’insufficiente numero di operatori sanitari, che tende a colpire in maniera più marcata le aree rurali ed il settore pubblico”.

Prof. Sanders, quale consiglio darebbe ad un giovane medico per riportare equità nei sistemi sanitari e arginare la privatizzazione e la commercializzazione della salute?

“I giovani medici sono la forza trainante dei sistemi sanitari. Dovrebbero in primo luogo fare la scelta etica di lavorare in un settore pubblico e una volta entrati nel settore pubblico è importante essere etici anche nella pratica clinica.

Lottare per i diritti può davvero produrre dei cambiamenti. Dobbiamo raggiungere un maggior numero di operatori sanitari per ampliare il gruppo e avere un impatto più sostanziale e concreto.”

Oggi, in Europa, è un imperativo morale combattere la privatizzazione e la commercializzazione della salute.

di Benedetta Armocida e Lorenzo De Min

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