VENEZUELA: NELLA CRISI, LE CURE SPIRITUALI SONO SPERANZE DI SALVEZZA

Venezuela – In un recente reportage National Geographic descrive la drammatica situazione in corso in Venezuela e il crescente ricorso a riti spirituali per sconfiggere le malattie.

La grave crisi economica sta avendo delle inevitabili ripercussioni sull’intero sistema sociale e sanitario del Paese.

E’ in atto una vera e propria crisi umanitaria: scarseggiano infatti medicinali e generi alimentari.

I dati raccolti dall’Osservatorio venezuelano della salute sono allarmanti: dal 1998 quasi 500 mila aziende hanno chiuso; gli stipendi nel settore pubblico e privato sono tra i più bassi nell’America Latina e ciò comporta il dilagare del lavoro nero; sono 9 milioni le persone che non riescono a mangiare due pasti al giorno.

Così racconta Maria Luisa Ungreda, segretaria del Directorio Internacional dell’Associacion Damas Salesianas (ADS), un’organizzazione con sede a Caracas impegnata nell’assistenza sociale, nell’ambito educativo e formativo e in quello sanitario: «È normale vedere molte persone, specialmente bambini e anziani per la strada. Ogni giorno ci sono persone, anche famiglie o gruppi, che frugano nei rifiuti per trovare qualcosa da mangiare. Si formano lunghe file davanti ai supermercati e alle panetterie per comprare qualche prodotto a prezzo controllato, mentre altri alimenti possono essere acquistati solo a prezzi altissimi, al di fuori della portata della maggioranza delle persone».

A questa situazione va associato il gravissimo problema sanitario. Il governo Chavez  aveva aumentato considerevolmente la spesa pubblica per la sanità, l’educazione e i servizi sociali, con risultati molto significativi in termini di accesso all’assistenza sanitaria di base e di miglioramento di indicatori sanitari. Con la crisi, gli stessi indicatori sono drasticamente peggiorati e si è ormai giunti alla diffusa mancanza di medicinali, sia quelli di base che quelli specifici per la cura di malattie croniche, degenerative o il cancro, alle condizioni di assoluto degrado degli ospedali pubblici e al sovraffollamento di quelli privati. Inoltre, le politiche del governo, tese ad avere un controllo diretto sui cambi di valuta, l’acquisto di medicinali dall’estero è fortemente limitato, e nei rari casi in cui sia fattibile può avvenire solo dopo l’approvazione governativa.

Secondo il Venezuelan Pharmaceutical Federation più dell’85% dei medicinali di base è impossibile o difficile da trovare. Nelle farmacie scaffali e ripiani sono vuoti e come riportato da un sondaggio condotto nel marzo 2017 su 92 ospedali vi è una grave situazione di penuria di medicinali. L’89% degli ospedali non è in grado di eseguire regolarmente l’RX e il 97% dei laboratori medici non sono funzionanti. A complicare ulteriormente è l’impegno limitato del governo venezuelano nel richiedere aiuti esterni, negando che la crisi sanitaria abbia assunto dimensioni tali da rendere necessaria aiuti umanitari, di fatto frenando l’iniziativa dell’Assemblea Nazionale dove l’opposizione ha la maggioranza.

In questo contesto continua a crescere il numero di venezuelani che, confidando nelle capacità salvifiche dello spirito Emeregildo, ricorrono ai guaritori spirituali (sciamani). La gente si sottopone a rituali, presso la montagna dedicata al culto di María Lionza, che prevedono l’uso di piante medicinali e del fumo di tabacco, ritenuto capace di “assorbire” la malattia. Per queste persone, come la sig.ra Díaz, di soli 28 anni e con una diagnosi di tumore al seno, la montagna di María Lionza in cui avvengono tali rituali, sembra costituire davvero l’ultima speranza di salvezza.

Come afferma lo sciamano Edward Guidice: «La montagna di María Lonza è la nostra casa, la nostra chiesa e il nostro ospedale».

di L.G.

 

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