INQUINAMENTO: IL 75% DI MIELE DI TUTTO IL MONDO E’ CONTAMINATO DA PESTICIDI

6 ottobre 2017 – Secondo un rapporto pubblicato su Science, il miele prodotto dalle api in ogni continente, eccetto l’Antartide, presenta un’esposizione significativa ai pesticidi neonicotinoidi – sostanze chimiche che alcuni studi definiscono nocivi per la salute delle api.

Lo studio è il primo tentativo di quantificare la presenza di questi pesticidi nel miele su scala globale, utilizzando metodi standardizzati.

“Non è una sorpresa, in un certo senso, che troviamo neonicotinoidi nel miele. Chiunque avrebbe potuto immaginarlo “, afferma l’autore principale Edward Mitchell, un biologo dell’Università di Neuchâtel in Svizzera, “ora abbiamo una mappa globale della situazione”.

Il miele testato proveniva da 198 siti in tutto il mondo e quasi il 75% dei campioni conteneva un certo livello di pesticidi, con il Nord America che detiene la più alta percentuale di contaminazione (86%), seguita dall’Asia (80%) e infine l’Europa (79%).

Quasi la metà dei campioni analizzati conteneva livelli di neonicotinoidi elevati. Questi in altri studi hanno rilevato una riduzione nella funzionalità cerebrale delle api e rallentato la crescita delle loro colonie.

Alcuni studi hanno suggerito che l’esposizione ai neonicotinoidi abbassi lo stato nutrizionale delle api e ne comprometta l’immunità. Nel mese di giugno, un articolo pubblicato su Science ha rilevato che questi pesticidi riducono la sopravvivenza delle api nel corso dell’inverno e minacciano in particolare l’ape regina, compromettendo la riproduzione.

“L’ampiezza della contaminazione, anche nel miele proveniente da luoghi lontani, tra cui le isole dell’Oceano Pacifico e la costa dell’Africa Occidentale, è sorprendente”, afferma Amro Zayed, entomologo dell’Università di York di Toronto, in Canada. I risultati suggeriscono che le api in tutto il mondo sono esposte a neonicotinoidi costantemente, per generazioni.

Altri rispondono che la presenza diffusa di neonicotinoidi nel miele sia normale, dato che sono sostanze chimiche comunemente utilizzate nelle colture di base come il frumento, nonché nei giardini. “Si parla di un’esposizione, potenzialmente, a lungo termine, ma questo non dice nulla sul rischio”, afferma Chris Cutler, un entomologo presso la Dalhousie University di Halifax. “Solo perché è presente non significa necessariamente che esista un problema effettivo”.

Il dibattito riguardo alle conseguenze dell’esposizione a lungo termine resta aperto.

B.A.

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