COVID-19: LA COMUNICAZIONE PER LA PREVENZIONE DOVREBBE PARLARE TUTTE LE LINGUE!

Durante una pandemia o una qualsiasi emergenza umanitaria, la comunicazione riveste un ruolo fondamentale. La diffusione di messaggi corretti ha effetti non solo sull’aderenza della popolazione alle norme precauzionali atte al contenimento del contagio ma serve a fare chiarezza in una fase concitata  in cui il continuo flusso di notizie trasmesse in tempo reale dai mezzi di comunicazione possono essere motivo di angoscia o di confusione nella popolazione.

Per ottenere una comunicazione efficace , oltre alla popolazione autoctona, è dunque necessario intercettare quella migrante composta da cittadini provenienti da ogni parte del mondo una cui quota non definita probabilmente non ha una conoscenza adeguata della lingua del Paese in cui risiede, ha difficoltà a districarsi nel sistema sanitario del Paese stesso e non ha gli strumenti per poter capire i provvedimenti presi da quel Paese.

Sono nate a tal scopo alcune iniziative promosse da giovani che hanno messo la loro esperienza al servizio dei propri concittadini. In Italia è meritevole di menzione l’iniziativa dell’associazione “QuestaèRoma”, formata da giovani italiani di origine straniera il cui  scopo è emarginare ogni tipo di discriminazione e favorire l’incontro e la conoscenza tra culture diverse. Attraverso i loro canali social (facebook: https://www.facebook.com/questaeroma/ ; instagram:  https://www.instagram.com/questaeroma/ )  l’associazione ha pubblicato dei video informativi dove spiegano in varie lingue (albanese, bengalese, portoghese, inglese, francese, persiano, wolof ecc…ecc…) tutte le istruzioni da seguire durante l’epidemia, potendosi avvalere di un grande patrimonio linguistico grazie alla composizione eterogenea dell’associazione stessa.

“Appena è scattato il decreto #iorestoacasa  – spiegano i membri dell’associazione – è stato subito chiaro che fosse importante che tutte le persone che abitano il territorio italiano fossero a conoscenza di cosa stesse succedendo e che seguissero le istruzioni altrimenti non solo le strategie di salute pubblica sarebbero state vanificate ma qualcuno avrebbe potuto anche incorrere in sanzioni.  Ed abbiamo pensato non solo alle persone straniere che non capiscono fluentemente italiano ma anche alle persone più anziane che magari non sanno leggere bene o non hanno accesso a siti internet per andarsi a leggere il decreto”.

In Inghilterra, il Korean Global Health Forum ha deciso di dare un supporto i cittadini sudcoreani residenti in Regno Unito attraverso lo sviluppo di un sito internet (https://sites.google.com/view/kghf-covid19/). Il Forum è formato da studenti sudcoreani residenti in Inghilterra per motivi di studio nell’ambito della salute globale e della sanità pubblica. “Non c’è molto che possiamo fare qui, non possiamo esercitare le nostre professioni e curare pazienti ma abbiamo sentito la necessità di fare qualcosa per tanti altri cittadini residenti qui”  – si legge in un loro comunicato. “Sul nostro sito ci sono informazioni dettagliate sul Covid19 e la nostra esperienza ci permette di discernere informazioni corrette relative a sintomi clinici della malattia, utilizzo del servizio sanitario o altri problemi relativi alla salute basati sulle linee guida del SSN o dell’OMS, nonché sulle implicazioni rilevanti del briefing quotidiano del primo ministro britannico Boris Johnson. Proponiamo queste informazioni e forniamo una traduzione e un forum di domande e risposte a ciascuna di queste attività in modo che solo le informazioni più rilevanti vengano consegnate agli espatriati coreani nel modo più accurato. In questi giorni, Internet può scatenare la paura o guidare l’ansia correlata a COVID-19, risultando in una “infodemia” che colpisce più duramente le comunità di espatriati. A volte, le barriere linguistiche o le informazioni asimmetriche per i coreani che vivono o studiano nel Regno Unito potrebbero renderle vulnerabili a questa situazione più del necessario. siamo certi che, sebbene non possiamo fornire loro alcun intervento medico, fornendo informazioni sulla salute adeguate e corrette da fonti sia britanniche e coreane che dall’OMS, i coreani qui possono trovare informazioni affidabili più accessibili”.

Andrea Casale

Fonti

  • Richard D. Smith “Responding to global infectious disease outbreaks: Lessons from SARS on the role of risk perception, communication and management”  Social Science & Medicine Volume 63, Issue 12, December 2006, Pages 3113-3123
  • C. Donnelly, A. Ghani Real-time epidemiology. Understanding the spread of SARS Significance, 1 (2004), pp. 176-179

Si ringraziano per la disponibilità Kwanza Musi Dos Santos e Susanna Owusu Twumwah di QuestaèRoma e  Suyeon Ban del Korean Global Health Forum.

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