COP25: IL RUOLO DELLA DIPLOMAZIA SCIENTIFICA PER UN FUTURO SOSTENIBILE

La diplomazia scientifica, ovvero la possibilità di applicare conoscenze scientifiche ad un contesto di relazioni internazionali, rappresenta la nuova frontiera per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile globale. E’ questo l’importante messaggio lanciato in occasione della 25ma conferenza sul clima che si è tenuta a Madrid lo scorso dicembre.

La politica estera, infatti, si appoggia sempre di più alle elevate competenze tecniche per creare coalizioni internazionali che, senza il contributo della scienza, non potrebbero esistere. Infatti, nell’ambito di negoziazioni complesse, la scienza può rappresentare un’interessante leva per sostenere motivazioni di parte ed ottenere accordi multilaterali. Per raggiungere questo risultato, i leader comunicano alle controparti i fondamenti tecnici secondo un lessico appropriato. L’obiettivo della diplomazia scientifica è dunque cercare di risolvere crisi internazionali in maniera collaborativa attraverso un approccio basato sull’evidenza scientifica. L’accordo sul clima di Parigi e quello sul nucleare in Iran rappresentano due famosi esempi di successo della diplomazia scientifica. 

La prossima Conferenza delle Parti si terrà a Glasgow, ma le possibilità di un reale successo in questa occasione saranno determinate, in larga misura, da ciò che accadrà nel summit UE-Cina che si terrà nella città tedesca di Lipsia il prossimo settembre. Nel frattempo, la Commissione Europea ha approvato l’”Accordo Verde (Green Deal)”, un piano di investimenti decennale per raggiungere emissioni di carbonio zero entro il 2050. Una nuova sfida per la diplomazia scientifica.

Silvia Ussai

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