Il benessere mentale è a rischio per il repentino aumento del numero di persone affette da un disturbo della salute psichica. È quanto emerge dall’ultima analisi condotta dal Global Burden of Disease pubblicata di recente su The Lancet Psychiatry.
Prendendo in esame 12 disturbi psichici (tra cui depressione, ansia, schizofrenia) in 204 Paesi, lo studio ha evidenziato come tra il 1990 e il 2019 i casi totali siano aumentati del 48%, passando dai 654, 8 milioni a ben 970,1 milioni.
Analizzando l’andamento dei disturbi in relazione alla zona geografica, Australia, America latina tropicale e Nord America si configurano quali Paesi con la più alta prevalenza nell’aggregato dei disturbi mentali, mentre Africa sub-sahariana nord Africa e Medio Oriente emergono per gli elevati tassi di diffusione dei disturbi depressivi.
In considerazione che in molti Paesi la bassa disponibilità diagnostica per la maggior parte dei disturbi, oltre ancora ad una percezione stigmatizzante, limita notevolmente i casi diagnosticati.
Commentando i risultati dello studio i ricercatori britannici e canadesi spiegano che è possibile dedurre che un aumento così repentino dei disturbi psichici sia solo parzialmente legato alla pandemia da COVID-19. Comunque, l’emergere della pandemia ha creato un ambiente in cui molti fattori determinanti di malessere in salute mentale sono stati esacerbati. La ricerca epidemiologica suggerisce infatti che gli effetti psicologici diretti della pandemia e gli impatti a lungo termine sulle circostanze economiche e sociali di una popolazione potrebbero aumentare la prevalenza dei disturbi psichici.
di Lucrezia Gondini
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