La riforma dell’OMS presentata in Parlamento dall’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale

Il 3 luglio si è tenuta alla Commissione Esteri della Camera dei Deputati un’audizione con l’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale. L’audizione è stata organizzata dalla Commissione Permanente sugli Obiettivi di Sviluppo per il Millennio, presieduta dal deputato Enrico Pianetta (PDL), con il titolo ” Nuovi indirizzi internazionali per le politiche di cooperazione allo sviluppo e il ruolo dei parlamenti”, in linea di continuità con il dibattito avviato a marzo alla Sapienza sulla riforma dell’OMS. Presenti in aula, oltre a Pianetta, Jean Leonard Touadì (PD), Mario Barbi (PD), Francesco Tempestini (PD), Luca Volontè (UDC), Daniele Galli (FLI), e per l’Osservatorio Nicoletta Dentico, Gavino Maciocco e Vincenzo Racalbuto.

Dentico ha introdotto la necessità di nuove linee di indirizzo sulla cooperazione sanitaria internazionale, rese impellenti delle evidenti disfunzioni degli attuali interventi in relazione al conseguimento degli obiettivi del millennio in materia di salute, della attuale inefficacia della governance globale sulla salute, e dunque del ruolo dell’OMS. La riforma dell’OMS, ed il ruolo dei parlamenti per rafforzare questa iniziativa di notevole rilevanza politica, sono stati al centro del dibattito.

Diverse le questioni evidenziate dai deputati presenti sulla scia delle sollecitazioni dell’OISG. Tra le altre, la scarsa appropriazione del programmi da parte dei paesi di intervento;  il rischio di uno “snaturamento” del ruolo dell’OMS, che invece è chiamata a mettere ordine nella governance globale per la salute; il fallimento dell’Italia nel finanziamento del Fondo Globale ed il rapporto storico culturale tra OMS e Fondo; la necessità di una piccola analisi di scenario, relativa alle politiche di aggiustamento strutturale che hanno messo interi governi sotto tutela del FMI e della BM, smantellando quel minimo di struttura sanitaria che in alcuni  paesi usciti dalla colonizzazione si era – pur con difficoltà- riusciti a mettere in piedi; l’ipotesi che la gestione delle pandemie (soprattutto l’HIV/AIDS) sia stata un cavallo di Troia per la privatizzazione della salute nei paesi a basso reddito, con effetti micidiali di corruzione sulle élite ed i governatorati locali; la necessità di bilanciare in maniera corretta ed efficace il rapporto fra pubblico e privato in salute, in modo da coltivare il “giusto interesse” per salvaguardare il diritto alla salute.

E’ stato da tutti riconosciuto come molto importante il mandato dell’OISG, e la sua funzione in questo dibattito sulle politiche globali che investono il nostro paese (es., le politiche globali sul personale sanitario, con relativo codice di condotta adottato dall’Italia). L’impegno è a continuare il dialogo, tenendo ben interconnesse le politiche sanitarie nazionali e quelle internazionali.  (ND)

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