MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI: LA TRAGICA STORIA DI UNA BAMBINA IN SIERRA LEONE

Sono oltre 200 milioni le donne e bambine nel mondo che hanno subito con una mutilazione genitale femminile (MGF) – per intenderci, l’equivalente dell’intera popolazione del Brasile.

Martedì, in Sierra Leone, una bambina di 10 anni è morta per emorragia durante la procedura di mutilazione.

La tragica cerimonia, che ha coinvolto oltre 60 tra bambine e adolescenti, si è svolta in una comunità rurale nella provincia settentrionale del distretto di Tonkolili, a circa 150 miglia a est della capitale Freetown.

La mutilazione genitale femminile è una pratica tradizionale diffusa e complessa, che può variare dall’incisione all’asportazione parziale o totale dei genitali femminili esterni.
Bambine, ragazze e donne che le subiscono sono sottoposte a gravi rischi per la loro salute e a pesanti conseguenze psicologiche.

La MGF è radicata culturalmente tra le comunità in Sierra Leone, dove coinvolge 9 ragazze su 10.

“Queste ragazze stanno morendo e nessuno le protegge, non il governo, non la polizia” ha affermato Rugiatu Turay, ex ministro del governo e fondatore del Movimento per le Amazzoni, un’associazione che lavora a fianco delle donne per contrastare le MGF.

E’ urgente focalizzare l’attenzione sulle comunità ritenute più critiche, dove i fattori di rischio – povertà, scarsa istruzione, assenza di legislatura, e sostegno alle MGF da parte dei capi religiosi – continuano a persistere.

I governi, insieme alle associazioni e alla Comunità Internazionale, devono urgentemente incrementare gli sforzi per combattere la mutilazione genitale femminile.

B.F.

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