21 luglio 2019 – Secondo la Global Health Review annuale dell’UNHCR , l’Agenzia delle Nazione Unite per i rifugiati, nel corso del 2018 circa 10,5 milioni hanno ricevuto assistenza sanitaria grazie ai programmi di sanità pubblica integrati alle attività dell’UNHCR stessa e di altri partner. Nel rapporto vengono evidenziate le misure di assistenza sanitaria, nutrizione e accesso ai servizi idrici e igienico sanitari adottate in favore di rifugiati, richiedenti asilo e comunità ospitanti nei 51 Paesi d’accoglienza.
“La maggior parte dei rifugiati, l’84%, è stato accolto in regioni in via di sviluppo in cui i servizi di base sono già sotto pressione; di conseguenza, i sistemi sanitari nazionali devono essere più che mai sostenuti per garantire ai rifugiati e alle comunità locali l’accesso a cure salvavita e assistenza sanitaria di base,” ha dichiarato George Okoth-Obbo, assistente Alto Commissario per le operazioni dell’UNHCR. E’ sicuramente degno di essere segnalato un importante calo del tasso di mortalità dei bambini rifugiati di età inferiore ai 5 anni il ché indica l’importanza e l’efficienza dei protocolli attuati in contesti di emergenza.
Nello specifico, si è osservato un calo di -0.1 caso ogni 1000 al mese tra il 2017 e il 2018, passando dunque da 0.4/1000 a 0.3/1000. Il dato assume un particolare valore se vengono considerati i numerosi arrivi di rifugiati da Paesi con problematiche notevoli quali il Myanmar, Sud Sudan, Repubblica Democratica del Congo nei Paesi confinanti. Altro dato degno di nota è che in 37 Paesi ospitanti la maggior parte dei rifugiati ha accesso ai piani di controllo per la tubercolosi, HIV/AIDS e malaria al pari degli altri cittadini.
Notevole attenzione è stata rivolta alla salute materno infantile: nell’80% dei Paesi in cui UNHCR partecipa ad attività di tipo sanitario, il 90% delle donne rifugiate ha partorito in strutture sanitarie e assistite da personale qualificato.
Per quanto concerne il controllo delle malattie infettive, UNHCR insieme ad altri partner hanno affrontato le epidemie di colera e febbre emmoragica in Kenya e Uganda nonché quella di difterite in Bangladesh congiuntamente ai sospetti casi di morbillo.
La malnutrizione è l’aspetto sul quale vi sono ancora ampi margini di miglioramento. Persistono infatti, a causa dell’insicurezza alimentare, degli elevati livelli di anemia e di rachitismo, rispetto a quanto registrato nel corso dell’anno precedente.
A.C.
Photo credit: © UNHCR/David Azia