YEMEN: LA CRISI UMANITARIA CHE NON PUO’ PIU’ RIMANERE INVISIBILE

E’ servita una fotografia per rompere il silenzio che, come un manto, copriva la crisi Yemenita.

In un’era ormai lontana, nell’ VIII secolo a.C., tra le terre dell’attuale Yemen, si ergeva gloriosamente l’antico regno di Saba. Florido per il commercio degli aromi indigeni e delle spezie orientali, era noto per le imponenti opere di regolazione idrica, che fecero del deserto rigogliosi giardini.
La bella regina di Saba regnava in pace, ignara del drammatico futuro del suo paese.

Lo Yemen è oggi tra i paesi più poveri al mondo. Tre anni di conflitto armato hanno acuito le preesistenti vulnerabilità del paese, lasciando sempre più remoto il ricordo della bella regina di Saba.

La guerra civile in Yemen è un conflitto tutt’ora in corso, iniziato formalmente nel 2015 tra due fazioni, e i loro rispettivi alleati, che dichiarano di costituire il legittimo governo del paese: le forze sciite ribelli degli Houthi, alleate con le forze fedeli all’ex presidente Ali Abdullah Saleh, le forze opposte degli Hadi, leali all’attuale governo di Abd Rabbuh Mansur Hadi.

Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite, dal 2015 sono circa 10.000 le persone uccise e 50.000 ferite. I continui attacchi hanno innescato un disastro umanitario lasciando più del 70% della popolazione bisognoso di aiuti e 2 milioni di yemeniti senza un rifugio sicuro. La distruzione delle infrastrutture e le restrizioni sulle importazioni di cibo e carburante hanno spinto lo Yemen sull’orlo della carestia (OCHA, 2017).

La grave crisi umanitaria ha lasciato 18.8 milioni di persone che necessitano urgentemente di assistenza e protezione.

Il conflitto in Yemen ha drammaticamente contribuito alla crisi nutrizionale, esacerbando le cause sottostanti la malnutrizione: l’insicurezza alimentare, il deterioramento dei servizi sanitari, il difficile accesso alle fonti d’acqua potabile, la scarsa igiene e lo spostamento di intere comunità.
In questo contesto, la suscettibilità alla trasmissione di patogeni fautori di epidemie, come il colera, alimentano il ciclo vizioso della malnutrizione.

Ad oggi l’indice di malnutrizione in Yemen rimane uno dei più alti al mondo.
Sono 4.5 milioni le persone che sono in uno stato di malnutrizione, registrando un aumento del 148% rispetto alla fine del 2014. Di questi, 3.3 milioni soffrono di malnutrizione acuta, di cui 2.2 milioni sono bambini (OCHA, 2017).
La malnutrizione colpisce più gravemente i bambini sotto i 5 anni di età e le donne in gravidanza, instaurando un circolo vizioso tra madri e figli: la malnutrizione della donna durante la gravidanza e l’allattamento sarà causa della malnutrizione del figlio.
In questo contesto, 462.000 bambini sotto ai 5 anni di età soffrono di Severe Acute Malnutrition (SAM), e 2.8 milioni tra donne in gravidanza e bambini soffrono di Moderate Acute Malnutrition (MAM) (OCHA, 2017). I casi di SAM riportati nel 2016 sono aumentati del 48% rispetto al 2015, contemporaneamente i casi MAM sono aumentati del 55% nello stesso periodo (OCHA). Si stima che i bambini affetti da SAM siano 11 volte più a rischio di mortalità rispetto ai coetanei sani.

Gli effetti della malnutrizione protratta sullo sviluppo del bambino – sia fisico sia intellettivo – sono irreversibili, determinando una minore resistenza alle malattie, una riduzione delle capacità di apprendimento scolastico e, successivamente, di lavoro e produttività nella vita adulta.

La perdita dei mezzi di sostentamento, la totale mancanza della rete sanitaria, il sovraffollamento e le scarse condizioni igieniche, insieme alla malnutrizione, aumentano la suscettibilità alle malattie infettive.
Il sistema sanitario Yemenita è una delle principali vittime del conflitto. Attacchi diretti o indiretti alle strutture sanitarie continuano a trascinare la fornitura dei servizi assistenziali verso il collasso ed espongono a situazioni di forte pericolo chi vi accede. Dall’ottobre 2016, circa 300 strutture sanitarie sono state danneggiate, di cui 69 sono state totalmente distrutte. Attualmente, nel paese, solo il 45% delle strutture è in funzione.
Il conflitto ha inoltre ostacolato le importazioni dei medicinali, che, in Yemen, costituiscono l’85% dell’approvvigionamento totale , compromettendo così la fornitura degli stessi su tutto il territorio nazionale (Supreme Board for Drugs and Medical Appliances Arabian Rights Watch Association).

Le principali cause di morte non violente sono dovute a malattie infettive, ostetrico-ginecologiche, perinatali e nutrizionali, che insieme rappresentano il 50% della mortalità. Le madri e i bambini di età inferiore ai 5 anni sono soggetti particolarmente a rischio. Il tasso della malnutrizione acuta è in continua crescita, colpendo circa 3.3 milioni di persone  e rendendo così esponenzialmente maggiore il rischio di morbilità e mortalità. Tra le malattie non trasmissibili, che costituiscono il 39% della mortalità, i più colpiti sono i malati cronici, a causa delle difficoltà nel reperire i medicinali, dei prezzi in aumento e della mancanza dei servizi sanitari.

La comunità internazionale ha un imperativo morale ad agire immediatamente per rispondere a un’emergenza umanitaria di proporzioni inimmaginabili, che preveda sin da ora delle misure di lungo periodo, che affrontino le vulnerabilità e aumentino la resilienza delle comunità coinvolte.

La crisi in Yemen non può più rimanere invisibile.

In un’era ormai lontana si ergeva gloriosamente l’antico regno di Saba.
La bella regina di Saba regnava sulla sua terra florida donando abbondanti aromi e frutti ai suoi abitanti.
Piegato da protratti conflitti, il regno di Saba è oggi tra i paesi più poveri al mondo,
un deserto arido si è posato sulle sue oasi.

 

Beatrice Formenti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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