G20 E SALUTE: CI SONO I BUONI PROPOSITI, E LE AZIONI?

Si è conclusa da poco (5-6 settembre 2021) la riunione ministeriale Salute del G20. Un altro momento importante che la Presidenza Italiana sta portando avanti insieme ai paesi membri del G20 stesso, i paesi ospiti e altre organizzazioni internazionali.

Il documento che ne è scaturito è il “Patto di Roma”, riprendendo il Global Health Summit di maggio 2021, e firmato all’unanimità da tutti i partecipanti.

I 33 punti che costituiscono l’intesa, come spiega il Ministro della salute italiano Roberto Speranza nella conferenza stampa a termine dei lavori, si focalizzano principalmente su questi concetti chiave: i) l’investimento in servizi sanitari nazionali, ii) la solidarietà verso i paesi più vulnerabili e colpiti dalla pandemia, iii) l’incremento di nuove risorse nella sanità pubblica e verso iv) il concetto di One Health e v) il sostegno a un impianto sanitario universalista focalizzato sul diritto di ogni essere umano ad essere curato, eliminando qualsiasi discriminazione.

Un accesso equo alle cure, in questo momento storico, si riflette principalmente in un accesso universale ai vaccini anti-covid. La pandemia, infatti, continua a mettere sotto pressione molti paesi, e una delle principali attese per auspicare a un inverno diverso è la continuazione e l’espansione della campagna vaccinale. Il ministro Speranza, infatti, nel suo discorso, parla di diseguaglianze inaccettabili e quindi di avere a che fare con un piano valoriale e sanitario sbagliato.

L’obiettivo di arrivare a vaccinare almeno il 40% della popolazione mondiale entro la fine del 2021 diventa però difficile da sostenere. Infatti, non è una notizia nuova il fatto che ad oggi, il 60% della popolazione nei paesi ad alto reddito ha ricevuto almeno una dose di vaccino, mentre nei paesi a basso-medio reddito la stima si assesti all’1,4%. Secondo uno studio del Sole24ore sull’immunità dei paesi a basso-medio reddito “L’ultima media mobile a 7 giorni di dosi somministrate ogni giorno nei paesi a basso e medio basso reddito è di 14.599.304. A questo ritmo ci vorrebbero 11 mesi e 26 giorni per coprire l’80% della popolazione vaccinabile. L’obiettivo sarebbe raggiunto il giorno 30 agosto 2022”.

L’impegno proposto dal Patto equivale a stanziare risorse significative e l’invio di dosi di vaccino. Se da un lato viene ribadito il concetto per cui nessuno deve rimanere indietro, dall’altro le proposte non sono nuove rispetto a ciò che si è fatto finora: il mantenimento del sistema Covax e di donazione delle dosi (seppur ancora insufficienti), e un generico supporto al trasferimento delle competenze e delle tecnologie di produzione. Della cessione dei brevetti, invece, non è stata fatta menzione, nonostante fosse stato chiesto da più di 100 paesi del WTO.

Senza allontanarci troppo, nella stessa Italia l’accesso alle vaccinazioni per migranti e indigenti è ancora molto difficile. Spesso sono le associazioni del terzo settore che si pongono da intermediari per questa fascia di popolazione al fine di facilitarne l’inclusione in una campagna vaccinale che può avere non non poche barriere.

La pandemia inoltre risulta avere un impatto notevole anche sul percorso verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per l’Agenda 2030 (SDGs). Per questo viene ribadita l’importanza della coordinazione dell’OMS, affinché sostenga il funzionamento delle cure primarie, per poter garantire un accesso alla salute di tutti e, di conseguenza, portare a un clima socio-economico favorevole.

Il lavoro fin qui fatto dal G20 Salute verrà ripreso ad ottobre quando i Ministri della Salute si incontreranno con i Ministri delle Finanze, per discutere come poter garantire un maggior sostegno finanziario nella costruzione di un’architettura globale della sanità migliore.

Tutto ciò che è stato detto e scritto poi nel Patto di Roma contiene, dunque, tutti quei buoni propositi necessari per dare una sferzata positiva alla gestione della salute a livello globale. Si auspica allora che si convertano concretamente nelle buone azioni proposte.

di Beatrice Santucci

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