INQUINAMENTO ATMOSFERICO: IL PIU’ GRANDE RISCHIO AMBIENTALE PER LA SALUTE IN EUROPA

13 settembre – Come riportato in un recente articolo su The Guardian, in Europa l’inquinamento atmosferico è oggi “il più grande rischio ambientale” per la salute pubblica.

I governi però, come rilevato dalla Corte dei conti dell’Unione Europea (UE), non riescono ad affrontare adeguatamente la crisi.

I livelli limite dell’inquinamento atmosferico in Europa sono molto più bassi degli orientamenti dati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – la media annuale di riferimento di PM2,5 dell’OMS è 10 µg/m3 e dell’UE 25 µg/m3 e di PM10 è 20 µg/m3 OMS e 40 µg/m3 UE – e nonostante ciò la maggior parte dei paesi dell’UE non li rispetta.

Sul territorio europeo, l’aria inquinata causa la morte prematura di circa 400.000 persone ogni anno, 1000 decessi al giorno.

Janusz Wojciechowski, il reporter principale dell’audit, dichiara al The Guardian che il bilancio delle vittime causato dall’inquinamento atmosferico è “inaccettabile” e che “dovrebbe essere trattato come una priorità dall’UE”.

“Abbiamo una crisi di salute pubblica in Europa a causa dell’inquinamento atmosferico”, ha affermato. “Più di 1.000 morti premature ogni giorno in tutta l’UE e oltre l’1% del totale giornaliero dei decessi nell’UE. Questo è 10 volte superiore al numero dei morti per incidenti automobilistici”.

Wojciechowski ha osservato anche che vengono spesi attualmente 3,4 miliardi di euro di fondi di coesione sulla biomassa che è altamente inquinante – quasi il doppio rispetto agli 1,8 miliardi di euro che riserva per combattere l’inquinamento atmosferico.

Wojciechowsk afferma inoltre che i dati di monitoraggio utilizzati dalla Commissione europea “non sono sempre credibili”. Ad esempio, nel 2015 ad Ostrava, nella Repubblica Ceca, la stazione di monitoraggio non ha riportato dati convalidati nonostante il limite giornaliero di particolato –particelle in sospensione nell’aria, le PM10 di dimensioni <10 micron e PM2.5 <2,5 micron sono di grande interesse attuale, in quanto abbastanza piccole da penetrare in profondità nei polmoni – era 98 volte più elevato dei limiti. Un altro esempio è la stazione di monitoraggio Bruxelles, proprio vicino agli uffici della Commissione europea, dove “per lavori” è stata chiusa dopo aver riportato letture molto elevate di biossido di azoto nel 2008 e non è più stata riaperta.

Nell’audit del tribunale dell’UE viene chiesto quindi che le leggi europee sulla qualità dell’aria siano allineate agli standard dell’OMS, che sono almeno due volte più precisi per le emissioni di particolato (PM2,5 e PM10) e sei volte più severi per il biossido di zolfo (SO2). Consiglia inoltre una rivalutazione delle priorità di finanziamento europee e una maggiore standardizzazione delle stazioni di monitoraggio dell’inquinamento.

B.A.

Foto: © AlternativaSostenibile

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