Può la qualità dell’aria influenzare la salute materno-neonatale?
Secondo uno studio epidemiologico recentemente pubblicato su The Lancet, l’esposizione gestazionale ad un ambiente inquinato con Particulate Matter (PM) 2.5 è associato con la perdita della gravidanza ( intesa sia come aborto che come neonati morti alla nascita).
Il più alto tasso di perdite della gravidanza avviene nei Paesi a basso e medio reddito. In particolare, tra il 2010-2015 Pakistan, India e Bangladesh in confronto con i dati mondiali, hanno raggiunto un percentuale più alta di natimortalità (35%) rispetto alla natalità (25,5%).
Questi dati focalizzano la nostra attenzione sull’identificazione dei fattori di rischio per le perdite di gravidanza nel Sud-Asia per permettere l’adozione di interventi specifici efficaci che mirino alla riduzione di tali tassi.
L’esposizione gestazionale agli inquinanti ambientali, in particolare al PM 2.5 è associata a una maggiore probabilità di perdita della gravidanza in Nord America, Africa e Asia meridionale.
Il particolato è una miscela di sostanze solide e liquide sospese nell’aria. Si genera sia dall’attività umana sia naturalmente (erosione del suolo, sospensione di pollini, ecc). A seconda del diametro delle particelle possiamo distinguere un PM 10 e di PM 2.5, dove a quest’ultimo si raggruppano tutte le particelle aventi dimensioni minori o uguali a 2.5 micron (µm). E’ dimostrato che l’inquinamento da particolato fine ha effetti sulla salute anche a concentrazioni molto basse.
Tra il 2010 e 2016, il 7,1% delle perdite annuali di gravidanza in Asia meridionale sono state attribuite all’esposizione uguale o maggiore di 40 μg/m3 e il 29,7% si sono verificate con un’esposizione di PM 2.5 superiore alla soglia raccomandata dalle linee guida WHO sulla qualità dell’aria.
Data la sua rapida crescita economica e l’aumento della popolazione, gli esperti si aspettano che la situazione delle polveri sottili nella regione meridionale dell’Asia non migliori nei prossimi anni .
Inoltre ulteriori fattori di rischio, come la residenza in aree rurali e l’età materna superiore o uguale ai 35 anni, contribuiscono all’associazione degli effetti del PM sulla salute materna.
Nonostante siano necessari ulteriori studi per rafforzare l’associazione tra polveri sottili e perdita in gravidanza, l’evidenza ad oggi ci suggerisce che l’inquinamento atmosferico sia un determinante significativo che si ripercuote sulla salute materna e neonatale. La promozione di strategie mirate al miglioramento della qualità dell’aria si rifletterebbe anche sulla riduzione della disuguaglianza geografica della salute materna e infantile.