ROHINGYA: SI PUO’ FUGGIRE DALLE PIOGGE?

Le prime piogge monsoniche in Bangladesh espongono a gravi rischi i rifugiati Rohingya – così apre l’articolo il The Guardian.

La prima, di una ricca serie di piogge, è precipitata sulle coste di Cox’s Bazar, in Bangladesh, causando i primi danni e le prime inondazioni dei campi che ospitano i rifugiati Rohingya.

Si stima che la stagione monsonica, che avrà il suo inizio a giugno, potrebbe mettere a rischio almeno 150.000 persone.
Cox’s Bazar ha uno dei più alti livelli di precipitazioni nel paese.
Molti dei campi sovraffollati sono costruiti su colline appena disboscate, con alto rischio di frane e inondazioni improvvise.

Dall’agosto 2017, oltre 700.000 rifugiati Rohingya sono fuggiti in Bangladesh dal Myanmar, in seguito a una brutale campagna militare, che ha visto i villaggi rasi al suolo, uomini uccisi e donne violentate sessualmente. Cox’s Bazar è ora sede del campo profughi più densamente popolato al mondo.

Le sfide previste saranno ardue.
Le strade colpite da inondazioni e frane causeranno un grave rischio per l’accesso agli aiuti umanitari, in termini di forniture alimentari, mediche, e di personale.
Inoltre, le piogge danneggeranno le precarie reti fognarie e fonti d’acqua, aumentando esponenzialmente il rischio dell’insorgenza di epidemie, come il colera.

“Circa 90.000 rifugiati vivono in aree ad alto rischio e stiamo progettando di trasferirli su base prioritaria in aree più sicure. Stiamo sviluppando in sicurezza 800 acri di foresta a ovest del campo di Kutupalong ” ha affermato il Commissario per il soccorso e la riabilitazione dei rifugiati del Bangladesh, Mohammad Abul Kalam.

Agenzie come l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM) e il Programma Alimentare Mondiale (WFP), in collaborazione con agenzie governative del Bangladesh, stanno lavorando per rendere i campi resistenti alle piogge incombenti.

B.F.

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