SUD AFRICA: L’INDUSTRIA DEL CARBONE CAUSA 2200 CASI DI MORTI PREMATURE

16 Ottobre 2017- Il Sud Africa è il sesto maggiore detentore di riserve di carbone nel sottosuolo, con 31 miliardi di tonnellate di carbone, equivalenti all’11% del totale delle riserve mondiali. In Sud Africa, l’industria del carbone è uno degli ambiti dell’economia più fiorenti: è il secondo mercato più redditizio dopo quello dell’oro e rappresenta il 6,1% delle esportazioni totali del paese.

Nel 2016, GroundWork – organizzazione no profit che si occupa di giustizia e sviluppo ambientale – in collaborazione con Healthy Energy Initiative e Health Care Without Harm, ha commissionato al Dott. Holland, ricercatore indipendente membro dell’European Association of Environmental and Resource Economist, una valutazione dell’impatto sulla salute e dei costi economici associati alle emissioni di materiali inquinanti delle centrali elettriche a carbone.

I risultati della ricerca, contenuti nel report, sono stati presentati a settembre 2017 al Dipartimento per la tutela dell’ambiente, ai membri delle Commissioni degli Affari Ambientali e Sanitari e all’Associazione di Pubblica Sanità del Sud Africa.

Il report stima che le seguenti condizioni siano dirette conseguenze dell’inquinamento atmosferico dovuto alla combustione del carbone (i dati si riferiscono all’intervallo di un anno):

  • 2.239 morti: 157 da cancro polmonare; 1.110 da malattia ischemica al cuore; 73 da malattie polmonari croniche ostruttive; 719 da ictus; e 180 da infezioni respiratorie;
  • 2.781 casi di bronchite cronica negli adulti;
  • 9.533 casi di bronchite nei bambini dai 6 ai 12 anni;
  • 2.379 ricoveri ospedalieri;
  • 3.972.902 giorni di attività limitata;
  • 94.680 giorni di sintomi di asma nei bambini dai 5 ai 19 anni;
  • 996.628 giorni lavorativi persi.

I costi complessivi associati a questi impatti superano 2 miliardi di dollari all’anno. Questi numeri escludono i considerevoli impatti ambientali e sanitari derivanti dalle miniere, dal trasporto del carbone e dalla contaminazione dell’acqua.

In Italia, le centrali a carbone attive sono quattordici, dislocate su tutto il territorio. Da un anno a questa parte è attiva una campagna del WWF di sensibilizzazione riguardo alle conseguenze disastrose sulla salute e sull’ambiente delle centrali elettriche a carbone, chiamata “No al carbone, Sì al futuro”.

K.B.

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